
È stato adagiato nella tasca di sacco
dove veniva posto il pane per il viaggio,
portata a dorso dall’asino,
avvolto in fasce
e poi appoggiato nell’angolo dell’ostello
in cui venivano alloggiati gli animali
compagni di viaggio,
lì a Betlemme, nella “casa del pane”.
Nel suo nascere il Figlio di Dio
ha riempito della sua presenza
l’angolo più insignificante,
ha desiderato essere
là dove nessuno sceglierebbe di andare,
là dove non immagineremmo di trovarlo.
Infinitamente piccolo,
ecco come si è fatto Dio;
ecco come è apparsa la sua Grazia.
Si è sbriciolato,
si è infilato negli anfratti,
si è svuotato di sé
per essere prossimo a tutti.
Anche noi in cammino,
ancora affamati,
di speranza, di senso, di futuro,
ci ritroviamo a vegliare
nel mezzo della notte:
a Gaiano, alle 23.30,
cominceremo nel silenzio
e nell’attesa,
perché una strada nuova
si apra,
perché una Parola
trovi spazio in noi,
perché un Pane
venga a darci forza.
Ci aspettiamo e ci custodiamo.
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